- Itinerari
Guida turistica di Follonica con info accessibilità
GUIDA TURISTICA DI FOLLONICA
Realizzata dall’Associazione di promozione sociale “Handy Superabile” grazie al contributo del Comune di Follonica
Informazioni Itinerario
COME RAGGIUNGERE FOLLONICA
L’Aeroporto più vicino è quello di Pisa, il “G. Galilei” che dista c.a. 100 km dal centro città.
All’aeroporto l’imbarco/sbarco del passeggero con mobilità ridotta viene effettuato con’ambulift, un mezzo speciale dotato di rampa – lounge mobile – con piattaforma elevabile per agevolare l’imbarco dei passeggeri su sedia a rotelle; ad essi viene garantita, inoltre, un’assistenza completa, in partenza/arrivo.
Il personale di assistenza è disponibile ad accompagnare il passeggero con disabilità, durante la consegna del bagaglio, fino alla porta d’imbarco o ritiro bagagli.
Il terminal è provvisto di ascensori dotati di pulsanti esterni e interni in braille e di colonnine “per chiamata assistenza”. I varchi dei controlli di sicurezza sono predisposti per accogliere passeggeri con sedia a rotella e portatori di pacemaker.
Nei percorsi esterni ed interni sono presenti percorsi LOGES completi di mappe tattili per facilitare lo spostamento delle persone non vendenti ed ipovedenti (vedi foto in basso).
Nelle aree interne dell’aerostazione sono presenti servizi igienici molto spaziosi ed attrezzati per persone con mobilità ridotta. Il wc è dotato di maniglioni di sostegno, fisso a parete su un lato e reclinabile sull’altro lato. Il lavabo con rubinetto a leva, presenta uno spazio sufficiente per l’accostamento con la carrozzina.
Altro aeroporto “Amerigo Vespucci” di Firenze (160 km – www.aeroporto.firenze.it )
Gli aeroporti di Firenze e Pisa sono dotati di mappa tattile e segnali loges per non vedenti e ipovedenti, elevatore o finger e servizio assistenza dedicato per gli ospiti con mobilità ridotta.
Da nord prendere l’Autostrada Genova-Livorno, uscire a Rosignano Marittimo, proseguire sulla Superstrada Livorno-Grosseto in direzione Grosseto ed uscire a Follonica est,
Da sud prendere l’Autostrada Roma-Civitavecchia, proseguire in direzione Livorno sulla Superstrada Grosseto – Livorno ed uscire a Follonica est.
da nord prendere un treno per Livorno C.le e da lì un treno locale in direzione sud che ferma alla stazione ferroviaria di Follonica.
da sud prendere un treno per Grosseto e da lì un treno locale in direzione nord che ferma alla stazione ferroviaria di Follonica
La stazione ferroviaria di Follonica prevede servizio di assistenza per disabili, con carrello elevatore manovrato da personale incaricato.
Di fronte alla stazione ferroviaria di Follonica si trova anche la stazione dei taxi, NON ADATTATI PER IL TRASPORTO DI PERSONE CON MOBILITA’ RIDOTTA – Telefono: 0566/41355
FARMACIE:
Farmacia Comunale
Via Cassarello N. 41/C, Follonica, Telefono: 0566-53314
Via Litoranea N. 89, Follonica, Telefono 0566-44246
Farmacia Moccia
Via Petrarca N. 1, Follonica, Telefono 0566-54455
Farmacia Salus
Via della Repubblica N. 67, Follonica, Telefono 0566-53690
Farmacia Dr. Max
Via Bicocchi N. 55/b, Follonica, Telefono 0566-41549
Farmacia San Antonio
Via Colombo N. 39, Follonica, Telefono 0566-40084
INFORMAZIONI TURISTICHE
Per informazioni turistiche rivolgersi a:
Ufficio Iat Follonica, via Roma 56,Tel 056652012
www.follonicaonline.it email: touristinfo@comune.follonica.gr.it
Pro Loco Follonica, Piazza del popolo N. 3, Tel 3314610279
www.prolocofollonica.it email: frontoffice@prolocofollonica.it
-Aeroporto Internazionale G. Galilei – telefono: 050 503700
e-mail: aeroporto@pisa.turismo.toscana.it
orario: giornaliera: 10:30 – 16:30 e 18:00 – 22:00
CENNI STORICI
Follonica nasconde una storia antichissima ed illustre. Nel VI/V sec a. C esisteva infatti già un’area produttiva etrusca composta da antichi forni, magazzini e ambienti di stoccaggio.
Si era sempre ipotizzato che l’area fosse abitata fin dall’età antica ma la certezza assoluta avvenne nel 1997 durante uno scavo per la realizzazione di un parcheggio adiacente ad un supermercato. Quello scavo fu determinante perché restituì alla città una serie di reperti importanti e l’indiscutibilità che gli etruschi furono i primi a stanziarsi sul territorio e a lavorare i metalli ferrosi.
Nel Medioevo il territorio visse secoli bui, l’area era totalmente paludosa e tenuta a distanza di sicurezza, dai nascenti centri medioevali nonostante ci fossero possedimenti della nobile famiglia Aldobrandeschi che dominava vasti feudi della maremma, nonostante fosse terra di Pisa e poi proprietà dei Principi di Piombino.
Nel XVI secolo si assistette ad un primo tentativo da parte dei Medici di riprendere come in antichità la lavorazione dei metalli, ma mancato fu l’esperimento, ecco perché la data di nascita di Follonica coincide con il 1834, anno in cui il Granduca Leopoldo II di Lorena decide di costruire le Reali Fonderie dove si produceva la ghisa.
La ghisa veniva chiamata ferraccio ed era l’unione di ematite e carbone. Essendo quindi una fusione non poteva essere forgiata né a freddo né a caldo ma solo fusa. La lega si formava all’interno di altiforni; il minerale veniva frantumato e sminuzzato e disposto a strati con il carbone e mentre questi 2 elementi si legavano colando, la fusione veniva raccolta in appositi contenitori.
La ghisa a quel tempo era il simbolo dell’industrializzazione in quanto dalla metà del 1800 le città si espansero e si rinnovarono e molti materiali, come il legno e il marmo, vennero a poco a poco sostituiti per produrre in ghisa complementi di architettura. In breve tempo la ghisa divenne un materiale molto richiesto perché economico nella produzione, resistente all’usura, alla corrosione e all’ossidazione.
Follonica è una cittadina balneare di grande richiamo turistico, affacciata sull’omonimo golfo.
Si trova a circa 43 km da Grosseto, sul litorale che si estende tra il promontorio di Piombino e quello di Punta Ala, proprio di fronte all’Isola d’Elba. Per la sua vicinanza alle miniere elbane ricche di ematite e al legname proveniente dai boschi di Massa Marittima e per la sua antica tradizione nella lavorazione del ferro, venne scelta come sede delle ottocentesche Imperiali Regie Fonderie. L’attuale città nasce nella metà dell’ottocento quando attorno al nuovo polo industriale sorse un agglomerato urbano che conobbe in pochi anni uno sviluppo portentoso fino al 1962. La chiusura definitiva delle fonderie assestò un duro colpo all’economia del comune, che comunque grazie all’intraprendenza della popolazione seppe riprendersi, valorizzando le risorse del territorio. Oggi Follonica è un comune a prevalente vocazione turistica, che ha saputo sfruttare le bellezze del suo litorale e della sua pineta.
COSA VISITARE A FOLLONICA
Due sono gli itinerari proposti:
Il primo itinerario si snoda sull’Area ex Ilva, comprensorio che ospita il villaggio fabbrica delle Regie Fonderie Leopolde, in gran parte restaurato con lo scenografico portale neoclassico in ghisa e gli edifici storici più importanti della città, tra cui il Museo Magma e le Fonderie.
Il secondo itinerario si snoda sul lungomare e nelle piazze più importanti della città che ospitano monumenti legati alla memoria, a personaggi storici e alle allegorie.
PRIMO ITINERARIO
Nelle vicinanze troviamo:
2 stalli sono ubicati nella Piazzetta del Comune
2 stalli sono ubicati nel retro del Comune
2 stalli sono ubicati in Piazza Don Ugo Salti (Chiesa di San Leopoldo)
All’interno dell’area ex Ilva:
2 stalli di fronte le scuole medie
4 stalli presso uffici amministrativi del Comune di Follonica ex – Palazzina del direttore.
L’area ex Ilva si trova nel cuore della città, dietro il Palazzo del Comune di Follonica.
L’area del villaggio fabbrica oggi prende il nome di ex Ilva. la gestione dei Lorena infatti venne consegnata nel 1850 ad altri gestori che nel 1867 la affidarono allo stabilimento di Piombino che nel 1918 assunse appunto il nome di Ilva, cessando poi definitivamente l’attività nel 1960.
Passeggiando per questo parco è possibile comprendere come era articolato l’intero villaggio fabbrica, che incorporava all’interno delle sue mura le dimensioni di fabbrica, casa e lavoro, rappresentando un organismo non solo integrato ma anche autosufficiente. Oggi l’intera area destinata a parco documenta con i suoi edifici storici, il passato di Follonica all’interno di un grande parco.
Il progetto del cancello in ghisa è dell’ingegner Alessandro Manetti e dell’architetto Carlo Reishammer. Nell’area del cancello si trova un pannello esplicativo con le indicazioni dei principali edifici da visitare.
All’entrata del cancello monumentale, troviamo la Palazzina del direttore (oggi sede di alcuni uffici del comune di Follonica) nacque con funzioni abitative fino a diventare la direzione dello stabilimento che diede anche la residenza a tutti i direttori che si susseguirono fino al 1960.Da qui la visita prosegue verso le antiche botteghe, il palazzo granducale, la Torre dell’Orologio, la biblioteca comunale e il Museo Magma
Per raggiungere gli edifici sono due le alternative di percorso: si può proseguire o tramite uno stradello piastrellato, leggermente sconnesso o attraverso la strada con pavimentazione in asfalto
Da qui è possibile ammirare anche il Palazzo Granducale e la Casetta Pierallini. Il palazzo granducale sorge tra il 1817 e il 1822 per essere adibito a deposito di legname, in seguito dispensa dei commestibili. Nel 1945 viene ristrutturato e sopraelevato per diventare il nuovo palazzo granducale. L’edificio a tre piani da quel momento diventa residenza del Granduca e consorte, nelle loro frequenti visite a Follonica. I primi due piani erano riservati alla famiglia granducale e comprendevano sale da pranzo, salotti e camere private. L’ultimo piano era invece riservato alla servitù, nonché all’ufficio dell’ispettore forestale. Più avanti il palazzo passa alle Regie possessioni statali che lo utilizzano come sede delle guardie forestali a sorveglianza dei boschi demaniali destinati alla produzione di carbone.Casetta Pierallini che si trova tra il palazzo granducale e le scuole medie ospitava l’abitazione del custode dell’azienda forestale. Risale alla prima metà del ‘700 e venne costruita da Francesco Pierallini, uno degli affittuari delle Ferriere. Più avanti viene ristrutturata per ospitare i guardiaboschi e corredata di un forno da pane e di una volta che poggia su una colonna.
Dalla strada in asfalto inizia un percorso con passerella in finto legno, totalmente in piano che permette di raggiungere gli altri edifici dell’area.
Il primo edificio che troviamo sul lato destro del percorso è oggi adibito a Scuola Media statale ma in passato ospitava l’osteria, la macelleria e la dispensa dello stabilimento.
Nel locale si poteva trovare pane, castagne, carne, vino e molti altri prodotti che talvolta veniva no distribuiti gratuitamente ai lavoranti per qualche lavoro straordinario o in speciale ricorrenze.
A fine secolo l’edificio viene ampliato per ospitare una scuderia e successivamente un laboratorio di falegnameria dei modellisti. Lo stabile rimane tale fino al 1960.
Oltrepassata la scuola sempre sul lato destro si affaccia la Torre dell’Orologio.
La torre dell’Orologio viene innalzata al posto di questi edifici e dotata di un orologio e di due campane di bronzo artistiche, fuse a Pistoia da Terzo Rafanelli per scandire gli orari delle lavorazioni.
Lungo il percorso che conduce al Museo e alla Biblioteca troviamo sulla destra, all’esterno su fondo sterrato alcune riproduzioni di attrezzature che venivano utilizzate per la lavorazione della ghisa
BIBLIOTECA COMUNALE DELLA GHISA
La Biblioteca comunale ha sede in un edificio che risale al XVII secolo, quando era il Forno quadrato grande, e ricostruito nel 1838, per essere adibito ad officina meccanica, nella struttura che ci appare ancora oggi.
La biblioteca oltre ad accogliere molti libri interessanti, organizza molti eventi per grandi e piccini.
La biblioteca è accessibile tramite una doppia rampa speculare, di lunghezza 200 e 450 cm, con pendenza dal 4 al 7%., e una doppia porta con larghezza utile superiore a 90 cm. Per gli orari della biblioteca è sempre bene consultare il sito del comune www.comune.follonica.gr.it, mentre per quelli del Magma si consiglia di consultare il sito www.magmafollonica.it
Ospitato nei restaurati spazi del Forno San Ferdinando, l’edificio più antico della città, il MAGMA è una scatola magica che racconta una storia di ingegno, arte e passione: quella dell’industria siderurgica italiana.
MUSEO DEL MAGMA
La biglietteria/bookshop è separata dall’ingresso al percorso museale, ed è raggiungibile attraverso due rampe, intervallate da un ripiano orizzontale: la prima rampa, lunga 698 cm, con pendenza del 8%, nel primo tratto di 100 cm, e nel restante del 10%, e successiva rampa lunga 594 cm, con pendenza del 11%, entrambe larghe 165 cm e dotate di corrimano in ferro a sinistra, altezza 100 cm. La porta d’ingresso della biglietteria è a 1 anta, a vetri, con soglia in piano, ha una larghezza utile superiore a 80 cm, ed apre verso l’esterno.
Usciti dalla biglietteria si raggiunge l’ingresso del percorso museale attraverso un’ultima rampa lunga 521 cm, con pendenza dell’11%, larga 165 cm e dotata di corrimano in ferro a sinistra, altezza 100 cm. La porta d’ingresso esterna è a 2 ante, apribile verso l’interno, con largh. utile di 55 X 2 cm , maniglia a leva e soglia lungh. 30 cm e piccolo scalino esterno di 1 cm e interno di 3 cm. E’ presente una seconda porta interna automatica con largh. utile di 88 cm. Dopo la porta si deve superare una rampetta con pendenza del 6%.
AL MAGMA muri secolari e preziosi manufatti, affiancati dalle più avanzate tecnologie multimediali, accompagnano i visitatori grandi e piccini in un viaggio virtuale alla scoperta di uno straordinario monumento di archeologia industriale.
E’ proprio dentro a questo perimetro che nasce difatti anche la scuola di ornato e di disegno lineare dove si insegnava a disegnare e a scolpire quello che sarebbero stati i calchi per ottenere le forme desiderate, spesso complesse e con dettagli minuti, che avrebbero poi decorato non solo Follonica ma anche le principali attrattive di altre città importanti come Firenze, Livorno, città europee e addirittura interi quartieri di New York.
Il museo racconta come il villaggio diventa in breve tempo capitale della ghisa.
All’inizio infatti fu solo stabilimento tecnico produttivo e così sarà per 13 anni, per poi divenire nel 1847 anche uno stabilimento artistico
Servizi igienici accessibili tramite rampa lunga 280 cm, larga 122 cm e con pendenza 10,5 %, e doppia porta, con larghezza utile 84 cm, maniglia a leva.
Wc alto 50 cm, con sedile a parte frontale aperta, privo di maniglione e dotato di doccetta flessibile; spazio libero a destra superiore a 90 cm, a sinistra 30 cm e frontale 87 cm.
La costruzione della chiesa fu commissionata da Leopoldo II di Lorena, fu iniziata nel 1836 su progetto dell’architetto Manetti con la collaborazione del genero Reishammer, fu consacrata nel 1838 come attesta la data apposta all’apice del campanile, ma fu ultimata solo nel 1841.
Nel 1928 subì un restauro e nel 1950 fu posizionato un nuovo pavimento in marmo bianco recentemente sostituito con un pavimento in cotto.
La chiesa di impronta neoclassica presenta un bellissimo pronao la cui peculiarità consiste nell’uso della ghisa. Ai lati dell’arco vi sono due fregi modellati nel 1841 da Lorenzo Nencini con le raffigurazioni di san Leopoldo che distribuisce i beni ai poveri(destra) e la consegna dei pani (sinistra), entrambi gli episodi sono stati scelti con l’intento di celebrare tramite un parallelo l’illuminata opera di bonifica promossa dal Granduca in Maremma.Per accedere in chiesa, vi è sul lato destro una rampa con corrimano che presenta le seguenti misure:
1 rampa larghezza 88, lunghezza 350 cm, pendenza 13%
2 rampa largheza 88, lunghezza 130 cm, pendenza 11%
3 rampa larghezza 88, lungheza 110 cm, pendenza 7.5%
Si accede in chiesa tramite portale di ingresso che presenta uno scalino superabile con una pedana in legno di larghezza 97 cm, lunghezza 70 cm, pendenza 14% circa. Il portale di ingresso molto ampio presenta porte laterali con larghezza di 90 cm e apertura esterna e portone centrale a due ante con larghezza superiore a 100 cm e apertura interna.
L’interno si presenta in maniera semplice, a unica navata con copertura a capanna e volta a crociera. La chiesa presenta un caratteristico arredo in ghisa. Da segnalare la base del pulpito, la balaustra del presbiterio, i sostegni delle mense, le colonne che sottolineano l’abside e gli splendidi candelieri ai lati dell’altare maggiore. Al centro dell’altare è stato inserito il tabernacolo in marmo eseguito da Lorenzo Nencini nel 1841 e il ciborio sorretto da due angeli posti di spalle. Degne di nota sono anche la madonna col bambino denominata Madonna Ilviana, opera della fonderia e ipoteticamente riferibile a Leopoldo Arcangeli, autore di vari bozzetti preparatori per la fonderia lorenese.
L’edificio religioso occupa un posto di rilevo nella storia dell’architettura italiana per l’uso fatto del metallo non solo in funzione ornamentale ma anche strutturale. Le colonne del pronao ma anche quelle poste dietro l’altare richiamano i tempi ionici ed allo stesso tempo la quattrocentesca Cappella dei Pazzi di Firenze
SECONDO ITINERARIO: LE PIAZZE
Piazza XXV aprile: 3 parcheggi (vedi foto 1 e 2)
Via Albereta: 2 stalli ad inizio della via, 3 stalli angolo ristorante Scalo del Granduca (foto 3)
Via Petrini: 2 stalli (vedi foto 4)
Altri parcheggi:Via Trieste: 1 stallo lato sx;
Via Trento: 1 stallo;
Via Fiume: ad inizio via 2 stalli;
via Pratelli (di fronte torrefazione Tiuna): 1 stallo
Viale Carducci: 2 stalli
N.B l’itinerario è flessibile quindi in base al vostro parcheggio potrete scegliere da dove partire. Se avete parcheggiato la vostra auto in via Petrini o in Via Pratelli consigliamo di visitare prima le piazze dedicate ai monumenti della memoria, altrimenti come riporta la nostra guida potete iniziare la vostra visita da Piazza a mare o Piazza Guerrazzi.
Proprio qui possiamo ammirare il Portale del Mistero, rivolto verso il promontorio di Punta Ala e lo splendido golfo di Follonica; si tratta di un monumento in marmo di carrara, realizzato dallo scultore Roberto Grazzi e donato alla città di Follonica nel 1999. Rappresenta una scala che conduce a una porta ricurva. Da qui è possibile ammirare anche i 2 tracciati dei binari di collegamento tra le antiche fonderie e i pontili follonichesi.
La piazza ha una pavimentazione a lisca di pesce, in piano. Si può salire anche sulla piazzetta rialzata tramite i saliscendi presenti a lato dei bagni conchiglia.
Altro monumento particolarmente interessante è L’allegoria del mare che si trova in Piazza del Popolo; si tratta di una scultura in bronzo posizionata su piedistallo in marmo, realizzata nel 1998 dallo scultore ceco Ivan Theimer.
Come già noto, l’artista nelle sue opere si ispira spesso al simbolismo e al classicismo egizio, greco e romano, caratteristiche evidenti nella rappresentazione del personaggio femminile e del bambino, entrambi realizzati con addosso i copricapi tipici della produzione dell’artista, che proprio in questo caso utilizza tratti distintivi mitologici tipici del classicismo egizio. La donna tiene nel braccio destro un cesto con all’interno una varietà di pesci, mentre il bambino accanto, tiene tra le mani un grosso pesce. I due soggetti sono posizionati su un basamento circolare dove sono inseriti tutta una serie di incisioni che richiamano l’ambiente marino.
Questa scultura eseguita dall’artista su commissione della Amministrazione Comunale di Follonica è stata realizzata appositamente per essere collocata nella piazza che si affaccia direttamente sul Mar Tirreno, a seguito dei lavori di ristrutturazione delle vie del centro, avvenuti nel 1998.
L’itinerario prosegue verso il lungomare (direzione nord) dove di fronte al bar gelateria Pagni in Piazza Socci, si può ammirare il monumento dedicato a Ettore Socci, raggiungibile in piano.
Piazza Socci è raggiungibile in piano e con marciapiedi ben raccordati. La pavimentazione è in piastrelle, ben scorrevoli anche per chi si sposta in carrozzina.
Il monumento di Ettore Socci, deputato della circoscrizione maremmana fu voluto dal garibaldino Nicola Guerrazzi, che proprio nella sua casa collocata dietro al monumento, ospitò molti protagonisti del Risorgimento italiano.
Il monumento si presenta ricco di simboli e descrive perfettamente il pensiero politico. Ettore Socci repubblicano, democratico e massone convinto, inizia a lottare per i suoi ideali fin dalla giovane età e come dimostrano le decorazioni poste all’interno delle corone sul lato frontale, laterale e posteriore: in ordine spade, libri e calamaio, questi ideali furono portati sempre avanti abilmente da lui stesso, dapprima con la spada e deposta quest’ultima, con la parola e la penna.
Particolarmente interessante è la decorazione della parte frontale del piedistallo.
All’interno della corona, insieme alle due spade si trovano altri due strumenti utili: la squadra e il compasso, solitamente utilizzati per costruire edifici regolari e stabili. Entrambi rappresentano i simboli legati alla massoneria.
La squadra è sinonimo di morale e rettitudine, il compasso di capacità, volontà e genio.
Definito da molti maremmani Cavaliere della Maremma, Ettore Socci condusse un’instancabile attività in Parlamento, presentando disegni di leggi sulle terre incolte, sulle otto ore di lavoro, sul riordinamento degli archivi notarili, sulla pensione ai mandriani, sull’autorizzazione al matrimonio per le telegrafiste, e sull’ l’ammissione delle donne all’esercizio dell’avvocatura.
Combatté inoltre battaglie sulla scuola, sul suffragio universale, sulla corruzione elettorale, sulle condizioni dei detenuti, sul riconoscimento della paternità dei bambini abbandonati, ma l’opera più speciale fu quella che riservò alla sua “adorata Maremma” che lo ricorda e lo ringrazia ancora oggi per la fine dell’estatatura, un “marchio che segnava sinistramente” il territorio di Grosseto. La sua abolizione, nel luglio 1897, gli valse il conferimento della cittadinanza grossetana, che egli accettò onorato, dichiarando di fare il possibile per mostrarsene degno.
Il suo compito di parlamentare continuò per cinque legislature e nei tredici anni di impegno politico non fu mai assente a una seduta della camera.
La piazzetta è raggiungibile attraverso degli scalini superabili tramite rampa lunga 15 metri, interrotta da ripiano di sosta con pendenza del 6.5% collocata in via Fratti, che permette di raggiungere anche i vari locali del Lungomare. Alla fine della terrazza che ospita, ristoranti e locali si può ammirare il monumento direttamente dall’alto
Il monumento si presenta con un piedistallo in marmo sormontato da un busto in bronzo che esalta a onore e ricordo non solo l’uomo ma anche il pensiero politico strettamente connesso alla libertà, alla democrazia e all’ uguaglianza sociale e politica.
La piazzetta oltre a ospitare il monumento ospita anche un piccolo giardino botanico con piante tipiche del territorio.Da qui possiamo dirigerci in Via Roma, fino a raggiungere Piazza Sivieri
Questo genere di architettura proveniente dall’Egitto, fu trasportata e imitata nella capitale dell’impero romano già a partire dal 30 a. C al 14 d.C sotto l’impero di Augusto che acquisì il territorio Egizio dopo la morte di Cleopatra.
L’obelisco in Egitto simboleggiava il raggio del sole, elemento tanto adorato che veniva eretto per volontà del faraone con l’intento di invocare la protezione del dio sole, che secondo la credenza egizia viveva all’interno della costruzione. I Mazziniani che ben conoscevano tutte queste cose proposero di innalzare anche a Follonica un obelisco che celebrasse gli eroi che contribuirono a unificare l’Italia e vollero farlo proprio con un monumento che alludesse ad un raggio di sole, in rappresentanza della forza, del potere ma soprattutto della rinascita di un paese che fino a poco tempo prima era diviso in tante lingue, culture e confini regionali.L’inaugurazione di questo monumento, avvenne il 17 giugno del 1877 quando sorse la nobile idea di rendere eterno attraverso la collocazione della guglia, il progetto dell’ingegner Ippolito Luciani, grande patriota, militare e volontario dei mille. Con la guglia si volle infatti celebrare la liberazione dell’eroe e l’imbarco di Garibaldi avvenuto presso cala Martina, piccola spiaggia distante pochi km da Follonica. La guglia si presenta in tanti piccoli blocchi di pietra. Tutte queste pietre sono infatti gli elementi principali che risaltano agli occhi osservandola e che la differenziano ad esempio dagli obelischi presenti a Roma, che invece sono stati realizzati in un unico blocco.
Da Piazza Sivieri si prosegue lungo via Roma, percorribile in piano, su fondo in piastrelle, scorrevole. All’altezza della banca MPS si svolta a sinistra verso via Bicocchi, attraverso il marciapiedi, senza ostacoli, e a pochi passi si trova sul lato destro della strada, Piazza Vittorio Veneto, raggiungibile attraverso un passaggio pedonale raccordato con il marciapiedi e la piazza.Al centro della piazza è collocato il monumento dedicato alla prima guerra mondiale
Il monumento è opera dello scultore Pietra Santino Giacomo Zilotti con la direzione dei lavori di Lorenzo Porciatti, protagonista della vita artistica e culturale della Maremma, nei primi anni del novecento. La scelta di erigere il monumento fu uno dei primi atti del Comune di Follonica, nato dalla separazione da Massa Marittima nel 1923. La posa dello stesso, avvenne il 17 maggio del 1925, alla presenza circa tremila persone. Il monumento è in marmo bianco ed è costituito da un basamento di tre gradini che fanno da cornice all’intorno.
Il monumento costituisce il centro focale del culto dei caduti che vuole commemorare il sacrificio e una sorta di uguaglianza di fronte alla morte in battaglia, indipendentemente dal grado militare e dalle differenze sociali e intellettuali. Dal basamento si erge un piedistallo scultoreo su cui è posta un ulteriore statua che rappresenta un fante con in mano una bandiera con il pennone caratterizzato dalla presenza di un’aquila romana e dell’iscrizione S.P.Q.R. Sulla base vi è invece rappresentata la patria attraverso una grande donna con elmo in capo e nella mano destra un ramo di ulivo, accanto ad ella si nota anche la vittoria alata, anch’essa rappresentata attraverso una donna dalle dimensioni ridotte.
Davanti invece vi sono tre figure femminili in abito classico, raffiguranti in base allo stemma sul petto le tre città di Trento, Trieste e Fiume al centro, liberate e successivamente annesse all’Italia dopo la prima guerra mondiale. Sul retro un festone e un braciere ardente. Il braciere rappresenta il simbolo della purificazione attraverso i fumi che salgono verso l’alto e mettono in comunicazione il mondo terrestre con il mondo divino. Su entrambi i lati invece spiccano le spade in stile liberty, simbolo principe della condizione militare, del coraggio e del potere. La spada è anche una bellissima allegoria che vuole far riflettere sugli aspetti della vita distruttivi e costruttivi. La spada infatti da strumento di morte diventa rovesciandosi un’espressione di sola pace e redenzione.